Il caffè affonda in antiche radici e per tracciarne una storia vanno presi in esame documenti, fatti storici e un'innumerevole serie di leggende. Con buona probabilità i primi "consumatori" furono i popoli dell'africa centro/orientale, principalmente nella zona degli altopiani etiopi, dove ancora oggi si trovano piante allo stato selvatico. Fin dall'inizio si svilupparono metodi e rimedi arcaici di consumo, dalla semplice masticazione di foglie all'infusione dei chicchi. Con il passare del tempo la bevanda, che già allora destava curiosità tra i consumatori per le sue proprietà, iniziò a svilupparsi di pari passo con il vicino mondo arabo.
Il divieto culturale di bere alcolici influì in particolar modo alla diffusione del caffè come valida alternativa. I ritrovamenti archeologici in medio oriente, classificati attorno all'anno 800 d.c., ne confermano l'uso e soprattutto la pratica della tostatura. Verso il 1400 d.c. i primi testi scientifici Arabi di carattere medico ne testimoniano l'uso terapeutico. Sarà poi lo sviluppo dell'impero Ottomano, espanso in vari territori dal medio oriente alle sponde mediterranee, a far conoscere il caffè in Europa. Vari esploratori, soprattutto commercianti veneziani, iniziarono ad importare il prodotto come "straordinario rimedio terapeutico rinvigorente".
All'inizio del 1600 d.c. il caffè si sviluppò notevolmente in tutta Europa a tal punto da rendere insufficiente l'importazione dal mondo arabo. Un abile stratagemma permise ad un capitano Olandese di sottrarre una pianta dall'oriente e iniziare la propria coltivazione. Vari avvenimenti storici, compreso l'allargamento del commercio e i vari incontri tra diverse culture permisero al caffè di affermarsi in tutto il mondo, iniziando ad espandersi come coltivazione anche nelle zone non originarie, grazie al clima, soprattutto nella fascia tropicale.
